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PARCO NATURALE DI MOLENTARGIUS
Parco Naturale Regionale Molentargius-Saline
Un’ oasi naturalistica a due passi dalla città.
L'area umida di Molentargius, dalla dismissione della attività di estrazione del sale, avvenuta nel 1985, ha attraversato un percorso di riqualificazione e trasformazione in quello che ora è uno dei siti più ricchi di specie dell'avifauna dell'intera Sardegna. Lo stagno di Molentargius è risultato negli ultimi anni il sito più importante nel bacino del Mediterraneo per quanto riguarda la nidificazione dei fenicotteri. Il Parco, oltre ad ospitare una grande varietà di habitat e specie di importanza comunitaria, conserva ancora le tracce del suo passato testimoniato dagli affascinanti edifici dei primi del ‘900 della Città del Sale e degli antichi macchinari industriali.
TUTTI I GIORNI le aree verdi del compendio del Molentargius, gestite dall'Ente Parco, sono aperte al pubblico e accessibili liberamente nei seguenti orari:
- dal 1 Marzo al 15 Ottobre dalle ore 06.30 alle ore 21.00
- dal 16 Ottobre al 28 Febbraio dalle ore 07.00 alle ore 18.00
Al loro interno si potrà passeggiare, correre, andare in bicicletta oppure a cavallo o con mezzi propri purchè non a motore, leggere un libro e far giocare i bambini negli appositi spazi giochi.
Vi chiediamo solo un pò di attenzione nel rispettare la natura e contribuire a tenere pulito il compendio.
Anche gli animali domestici sono ammessi, ma al guinzaglio e quelli di grossa taglia devono essere dotati di museruola.
www.parcomolentargius.it
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Molentargius-Saline Regional Natural Park
A naturalistic oasis a stone's throw from the city.
The wet area of Molentargius, since the disposal of the salt extraction activity, which took place in 1985, has gone through a process of redevelopment and transformation in what is now one of the richest sites in avifauna species in the whole of Sardinia. In recent years, the Molentargius pond has been the most important site in the Mediterranean basin as regards the nesting of flamingos. The Park, in addition to hosting a great variety of habitats and species of community importance, still retains traces of its past, as evidenced by the fascinating early 1900s buildings of the City of Salt and the ancient industrial machinery.
EVERY DAY the green areas of the Molentargius compendium, managed by the Park Authority, are open to the public and freely accessible at the following times:
- from 1 March to 15 October from 06.30 to 21.00
- from October 16th to February 28th from 07.00 to 18.00
Inside you can walk, run, cycle or ride a horse or with your own means as long as it is not powered, read a book and let the children play in the special playgrounds.
We ask you just a little attention in respecting nature and helping to keep the compendium clean.
Pets are also allowed, but on a leash and those of large size must be equipped with a muzzle.
www.parcomolentargius.it

GIARA DI GESTURI
Il Parco della Giara
Giara di Gesturi, Tuili, Setzu e Genoni
ovvero
La Giara dei Cavallini selvaggi
Il Parco della Giara (che i locali la chiamano Sa Jara o Sa Jara Manna ovvero la grande Giara), conosciuto comunemente come Giara di Gesturi, è un altopiano situato nella parte centrale della Sardegna, ad ovest (W) del golfo di Oristano, tra la Marmilla, la Trexenta, il Sarcidano e l'Arborea, che interessa i comuni di Gesturi, Tuili, Setzu nella provincia del Medio Campidano ed il comune di Genoni in quella di Oristano.
Il nome italiano Giara ed il nome sardo Jara sono usati in questa parte dell'Isola per indicare alcuni altipiani basaltici, infatti oltre alla Giara per antonomasia, quella di Gesturi, Tuili, Setzu e Genoni per intenderci, esistono la Giara di Siddi (in sardo Su Pranu, il pianoro) nella quale è presente un’interessante Tomba dei Giganti e la Giara di Serri, dove è presente un affascinante Santuario Federale Nuragico.
Il termine Giara deriva probabilmente da “glarea” ovvero ghiaia, caratteristica degli altopiani di origine vulcanica.
Il Parco della Giara è stato soprannominato “Isola nell’Isola”, per le sue caratteristiche uniche di morfologiche, della flora e della fauna, che la rendono un luogo magico; tra tutti i mammiferi che vivono sulla Giara il Cavallino della Giara, Equus caballus giarae, è senza dubbio il più noto.
Non esistendo in Sardegna ritrovamenti fossili di equini, si pensa che il cavallino della giara fu introdotto probabilmente nel periodo nuragico o nel periodo punico. Nel medioevo intere mandrie vivevano nell'isola allo stato brado e alcune popolavano l'Isola di Sant'Antioco ancora sino alla fine dell'800. L'unico luogo in cui oggi questi cavallini vivono allo stato naturale è l'altipiano della Giara. Caratteristici per la loro piccola stazza, si sono adattati al particolare ambiente della Giara, con abbondanza di cibo e acqua durante inverno e primavera e scarsità delle stesse durante estate e autunno.
Per saperne di più sulla Giara, le sue origini, i cavallini, la flora, l’altra fauna, visita il sito www.parcodellagiara.it
Per informazioni sulle visite guidate e l’escursioni nel Parco della Giara, visita il sito www.parcodellagiara.it, o invia una e-mail a info@jara.it
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The Giara Park
Giara of Gesturi, Tuili, Setzu and Genoni
that is to say
The jar of wild horses
The Giara Park (which the locals call it Sa Jara or Sa Jara Manna or the great Giara), commonly known as Giara di Gesturi, is a plateau located in the central part of Sardinia, west (W) of the Gulf of Oristano, between Marmilla, Trexenta, Sarcidano and Arborea, which affect the municipalities of Gesturi, Tuili, Setzu in the province of Medio Campidano and the municipality of Genoni in that of Oristano.
The Italian name Giara and the Sardinian name Jara are used in this part of the island to indicate some basaltic plateaus, in fact in addition to the Giara par excellence, that of Gesturi, Tuili, Setzu and Genoni to be clear, there is the Giara di Siddi (in Sardinian Su Pranu, the plateau) in which there is an interesting Tomb of the Giants and the Giara di Serri, where there is a fascinating Nuragic Federal Sanctuary.
The term Giara probably derives from “glarea” or gravel, characteristic of the plateaus of volcanic origin.
The Giara Park has been nicknamed "Island within the Island", due to its unique morphological characteristics, flora and fauna, which make it a magical place; of all the mammals living on the Giara, the Cavallino della Giara, Equus caballus giarae, is undoubtedly the best known.
Since there are no fossil finds of equines in Sardinia, it is thought that the pony of the giara was probably introduced in the Nuragic period or in the Punic period. In the Middle Ages, entire herds lived on the island in the wild and some populated the island of Sant'Antioco until the end of the 19th century. The only place where these little horses live in their natural state today is the Giara plateau. Characteristic for their small size, they have adapted to the particular environment of the Giara, with an abundance of food and water during winter and spring and scarcity of the same during summer and autumn.
To learn more about the Giara, its origins, horses, flora, other fauna, visit the website www.parcodellagiara.it
For information on guided tours and excursions in the Giara Park, visit the website www.parcodellagiara.it, or send an e-mail to info@jara.it
Giara di Gesturi, Tuili, Setzu e Genoni
ovvero
La Giara dei Cavallini selvaggi
Il Parco della Giara (che i locali la chiamano Sa Jara o Sa Jara Manna ovvero la grande Giara), conosciuto comunemente come Giara di Gesturi, è un altopiano situato nella parte centrale della Sardegna, ad ovest (W) del golfo di Oristano, tra la Marmilla, la Trexenta, il Sarcidano e l'Arborea, che interessa i comuni di Gesturi, Tuili, Setzu nella provincia del Medio Campidano ed il comune di Genoni in quella di Oristano.
Il nome italiano Giara ed il nome sardo Jara sono usati in questa parte dell'Isola per indicare alcuni altipiani basaltici, infatti oltre alla Giara per antonomasia, quella di Gesturi, Tuili, Setzu e Genoni per intenderci, esistono la Giara di Siddi (in sardo Su Pranu, il pianoro) nella quale è presente un’interessante Tomba dei Giganti e la Giara di Serri, dove è presente un affascinante Santuario Federale Nuragico.
Il termine Giara deriva probabilmente da “glarea” ovvero ghiaia, caratteristica degli altopiani di origine vulcanica.
Il Parco della Giara è stato soprannominato “Isola nell’Isola”, per le sue caratteristiche uniche di morfologiche, della flora e della fauna, che la rendono un luogo magico; tra tutti i mammiferi che vivono sulla Giara il Cavallino della Giara, Equus caballus giarae, è senza dubbio il più noto.
Non esistendo in Sardegna ritrovamenti fossili di equini, si pensa che il cavallino della giara fu introdotto probabilmente nel periodo nuragico o nel periodo punico. Nel medioevo intere mandrie vivevano nell'isola allo stato brado e alcune popolavano l'Isola di Sant'Antioco ancora sino alla fine dell'800. L'unico luogo in cui oggi questi cavallini vivono allo stato naturale è l'altipiano della Giara. Caratteristici per la loro piccola stazza, si sono adattati al particolare ambiente della Giara, con abbondanza di cibo e acqua durante inverno e primavera e scarsità delle stesse durante estate e autunno.
Per saperne di più sulla Giara, le sue origini, i cavallini, la flora, l’altra fauna, visita il sito www.parcodellagiara.it
Per informazioni sulle visite guidate e l’escursioni nel Parco della Giara, visita il sito www.parcodellagiara.it, o invia una e-mail a info@jara.it
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The Giara Park
Giara of Gesturi, Tuili, Setzu and Genoni
that is to say
The jar of wild horses
The Giara Park (which the locals call it Sa Jara or Sa Jara Manna or the great Giara), commonly known as Giara di Gesturi, is a plateau located in the central part of Sardinia, west (W) of the Gulf of Oristano, between Marmilla, Trexenta, Sarcidano and Arborea, which affect the municipalities of Gesturi, Tuili, Setzu in the province of Medio Campidano and the municipality of Genoni in that of Oristano.
The Italian name Giara and the Sardinian name Jara are used in this part of the island to indicate some basaltic plateaus, in fact in addition to the Giara par excellence, that of Gesturi, Tuili, Setzu and Genoni to be clear, there is the Giara di Siddi (in Sardinian Su Pranu, the plateau) in which there is an interesting Tomb of the Giants and the Giara di Serri, where there is a fascinating Nuragic Federal Sanctuary.
The term Giara probably derives from “glarea” or gravel, characteristic of the plateaus of volcanic origin.
The Giara Park has been nicknamed "Island within the Island", due to its unique morphological characteristics, flora and fauna, which make it a magical place; of all the mammals living on the Giara, the Cavallino della Giara, Equus caballus giarae, is undoubtedly the best known.
Since there are no fossil finds of equines in Sardinia, it is thought that the pony of the giara was probably introduced in the Nuragic period or in the Punic period. In the Middle Ages, entire herds lived on the island in the wild and some populated the island of Sant'Antioco until the end of the 19th century. The only place where these little horses live in their natural state today is the Giara plateau. Characteristic for their small size, they have adapted to the particular environment of the Giara, with an abundance of food and water during winter and spring and scarcity of the same during summer and autumn.
To learn more about the Giara, its origins, horses, flora, other fauna, visit the website www.parcodellagiara.it
For information on guided tours and excursions in the Giara Park, visit the website www.parcodellagiara.it, or send an e-mail to info@jara.it

SALINE CONTI VECCHI
Un’immensa area naturalistica e un sito di archeologia industriale all’interno di un impianto tuttora produttivo raccontano l’impresa del sale con allestimenti d’epoca, proiezioni immersive e un percorso tra vasche naturali, montagne di sale e fauna selvatica.
Bene affidato in concessione alla Ing. Luigi Conti Vecchi e valorizzato dal FAI
Sui 2700 ettari dello stagno di Santa Gilla si estendono le saline più longeve della Sardegna: da quasi 90 anni, uomo e natura lavorano qui in perfetta sinergia grazie alla lungimirante impresa dell’Ing. Conti Vecchi che, alla fine degli anni ’20, realizzò un ambizioso progetto per bonificare lo stagno impiantandovi una colossale salina e contribuendo così allo sviluppo economico e sociale di questa zona depressa ai margini della città. Ne nacque una realtà industriale florida, virtuosa e all’avanguardia: un impianto produttivo eco-sostenibile e autosufficiente intorno al quale orbitava una ‘comunità del sale’ dotata di case, scuole e strutture ricreative per le famiglie di proprietari, dirigenti e operai che convivevano nel villaggio di Macchiareddu.
Dopo la guerra, negli anni ’70 il complesso passò alla SIR Rumianca e nel 1984, a seguito della crisi energetica e industriale, venne assegnato ex lege a Eni che, nel tempo, ha avviato un progetto di riqualificazione industriale e di bonifica attraverso Eni Rewind - società che fornisce servizi integrati nel campo del risanamento ambientale - e che nel 2017 ha affidato al FAI la valorizzazione di questo patrimonio culturale e paesaggistico. Una vicenda divenuta oggi un racconto in cui immergersi percorrendo gli ambienti storici di Direzione, Uffici e Laboratorio chimico, ripristinati nell’aspetto originale, così com’erano negli anni ‘30. Un salto nel tempo che si accompagna a grandi ed evocative videoproiezioni nell’Officina e nell’ex-Falegnameria, dedicate alla storia e al funzionamento delle Saline e al loro paesaggio dove, infine, ci si addentra a bordo di un apposito convoglio lungo un itinerario che si snoda tra vasche salanti e candide montagne di sale, immersi in un inconsueto e memorabile scenario popolato da centinaia di fenicotteri rosa.
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An immense naturalistic area and an industrial archeology site within a still productive plant tell the story of the salt enterprise with period settings, immersive projections and a path between natural pools, salt mountains and wildlife.
Property entrusted in concession to Engineer Luigi Conti Vecchi and valued by the FAI
The longest-lived salt pans in Sardinia extend over the 2700 hectares of the Santa Gilla pond: for almost 90 years, man and nature have been working here in perfect synergy thanks to the far-sighted enterprise of Eng. Conti Vecchi who, at the end of the 1920s, carried out an ambitious project to reclaim the pond by planting a colossal salt pan and thus contributing to the economic and social development of this depressed area on the edge of the city. The result was a flourishing, virtuous and avant-garde industrial reality: an eco-sustainable and self-sufficient production plant around which a 'salt community' orbited with houses, schools and recreational facilities for the families of owners, managers and workers who lived together in the village of Macchiareddu.
After the war, in the 1970s the complex passed to SIR Rumianca and in 1984, following the energy and industrial crisis, it was assigned by law to Eni which, over time, started an industrial redevelopment and reclamation project through Eni Rewind - a company that provides integrated services in the field of environmental remediation - and which in 2017 entrusted the FAI with the enhancement of this cultural and landscape heritage. A story that has now become a story in which to immerse yourself in the historic areas of the Management, Offices and Chemical Laboratory, restored to their original appearance, as they were in the 1930s. A leap in time that is accompanied by large and evocative video projections in the workshop and in the former carpentry, dedicated to the history and functioning of the salt pans and their landscape where, finally, one enters on board a special convoy along an itinerary which winds its way between salty pools and white mountains of salt, immersed in an unusual and memorable setting populated by hundreds of pink flamingos.
Bene affidato in concessione alla Ing. Luigi Conti Vecchi e valorizzato dal FAI
Sui 2700 ettari dello stagno di Santa Gilla si estendono le saline più longeve della Sardegna: da quasi 90 anni, uomo e natura lavorano qui in perfetta sinergia grazie alla lungimirante impresa dell’Ing. Conti Vecchi che, alla fine degli anni ’20, realizzò un ambizioso progetto per bonificare lo stagno impiantandovi una colossale salina e contribuendo così allo sviluppo economico e sociale di questa zona depressa ai margini della città. Ne nacque una realtà industriale florida, virtuosa e all’avanguardia: un impianto produttivo eco-sostenibile e autosufficiente intorno al quale orbitava una ‘comunità del sale’ dotata di case, scuole e strutture ricreative per le famiglie di proprietari, dirigenti e operai che convivevano nel villaggio di Macchiareddu.
Dopo la guerra, negli anni ’70 il complesso passò alla SIR Rumianca e nel 1984, a seguito della crisi energetica e industriale, venne assegnato ex lege a Eni che, nel tempo, ha avviato un progetto di riqualificazione industriale e di bonifica attraverso Eni Rewind - società che fornisce servizi integrati nel campo del risanamento ambientale - e che nel 2017 ha affidato al FAI la valorizzazione di questo patrimonio culturale e paesaggistico. Una vicenda divenuta oggi un racconto in cui immergersi percorrendo gli ambienti storici di Direzione, Uffici e Laboratorio chimico, ripristinati nell’aspetto originale, così com’erano negli anni ‘30. Un salto nel tempo che si accompagna a grandi ed evocative videoproiezioni nell’Officina e nell’ex-Falegnameria, dedicate alla storia e al funzionamento delle Saline e al loro paesaggio dove, infine, ci si addentra a bordo di un apposito convoglio lungo un itinerario che si snoda tra vasche salanti e candide montagne di sale, immersi in un inconsueto e memorabile scenario popolato da centinaia di fenicotteri rosa.
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An immense naturalistic area and an industrial archeology site within a still productive plant tell the story of the salt enterprise with period settings, immersive projections and a path between natural pools, salt mountains and wildlife.
Property entrusted in concession to Engineer Luigi Conti Vecchi and valued by the FAI
The longest-lived salt pans in Sardinia extend over the 2700 hectares of the Santa Gilla pond: for almost 90 years, man and nature have been working here in perfect synergy thanks to the far-sighted enterprise of Eng. Conti Vecchi who, at the end of the 1920s, carried out an ambitious project to reclaim the pond by planting a colossal salt pan and thus contributing to the economic and social development of this depressed area on the edge of the city. The result was a flourishing, virtuous and avant-garde industrial reality: an eco-sustainable and self-sufficient production plant around which a 'salt community' orbited with houses, schools and recreational facilities for the families of owners, managers and workers who lived together in the village of Macchiareddu.
After the war, in the 1970s the complex passed to SIR Rumianca and in 1984, following the energy and industrial crisis, it was assigned by law to Eni which, over time, started an industrial redevelopment and reclamation project through Eni Rewind - a company that provides integrated services in the field of environmental remediation - and which in 2017 entrusted the FAI with the enhancement of this cultural and landscape heritage. A story that has now become a story in which to immerse yourself in the historic areas of the Management, Offices and Chemical Laboratory, restored to their original appearance, as they were in the 1930s. A leap in time that is accompanied by large and evocative video projections in the workshop and in the former carpentry, dedicated to the history and functioning of the salt pans and their landscape where, finally, one enters on board a special convoy along an itinerary which winds its way between salty pools and white mountains of salt, immersed in an unusual and memorable setting populated by hundreds of pink flamingos.

SU NURAXI - BARUMINI
Il sito archeologico Su Nuraxi di Barumini, che si trova nella Sardegna centrale, su un’altura che domina una vasta e fertile pianura, rappresenta il più famoso esempio di complessi difensivi dell’Età del Bronzo caratteristici dell’isola conosciuti come nuraghi. Costruito nel secondo millennio a.C. e occupato fino al terzo secolo d.C., il nuraghe di Barumini è costituito dalla caratteristica massiccia torre centrale a tronco di cono, originariamente alta più di 18 metri, realizzata con pietre molto grandi disposte a secco in cerchi concentrici sovrapposti che si stringono verso la sommità. La costruzione era destinata ad una singola famiglia ma successivamente, seguendo l’evoluzione politica e sociale dell’isola, la torre fu inglobata in una struttura composta da quattro torri unite da un muro in pietra e con il cortile coperto da un tetto. Nel tempo fu costruita una seconda cinta di mura e il nuraghe divenne un villaggio fortificato, un piccolo insediamento urbano abitato dalle famiglie dei soldati e da artigiani.
La civiltà nuragica svolse un ruolo importante nella diffusione della cultura micenea e, in seguito, di quella fenicia anche se alcune sue peculiarità, forse perché estranee alla cultura greca classica, rimangono avvolte dal mistero.
Per approfondimenti si consiglia di visitare il sito ufficiale del Centro del Patrimonio Mondiale UNESCO responsabile dell'iscrizione dei siti del Patrimonio Mondiale.
Per approfondimenti di carattere storico ed artistico, in particolare per docenti e studenti, si consiglia di visitare il sito del progetto "Patrimonio mondiale nella scuola", un'iniziativa sostenuta dall'Associazione beni italiani patrimonio mondiale dell'UNESCO in collaborazione con MIBACT e MIUR per promuovere la divulgazione dei princìpi cardine dell'Unesco nelle scuole, soprattutto attraverso il portale di carattere didattico.
Sulla piattaforma Archeo 3D Italia |è presente un approfondimento sul sito archeologico di Su Nuraxi.
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The archaeological site Su Nuraxi di Barumini, located in central Sardinia, on a hill overlooking a vast and fertile plain, represents the most famous example of the Bronze Age defensive complexes characteristic of the island known as nuraghi. Built in the second millennium BC and occupied until the third century AD, the Barumini nuraghe consists of the characteristic massive central truncated cone tower, originally more than 18 meters high, made with very large stones arranged dry in overlapping concentric circles that tighten towards the top. The building was intended for a single family but subsequently, following the political and social evolution of the island, the tower was incorporated into a structure consisting of four towers joined by a stone wall and with the courtyard covered by a roof. Over time, a second set of walls was built and the nuraghe became a fortified village, a small urban settlement inhabited by the families of soldiers and artisans.
The Nuragic civilization played an important role in the diffusion of the Mycenaean culture and, later, of the Phoenician one, even if some of its peculiarities, perhaps because they are foreign to classical Greek culture, remain shrouded in mystery.
For further information, it is advisable to visit the official site of the UNESCO World Heritage Center responsible for the registration of World Heritage sites.
For historical and artistic insights, in particular for teachers and students, it is advisable to visit the site of the "World Heritage in the School" project, an initiative supported by the UNESCO World Heritage Italian Heritage Association in collaboration with MIBACT and MIUR. to promote the dissemination of the cardinal principles of Unesco in schools, especially through the didactic portal.
On the Archeo 3D Italia platform | there is an in-depth study on the archaeological site of Su Nuraxi.
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The archaeological site Su Nuraxi di Barumini, located in central Sardinia, on a hill overlooking a vast and fertile plain, represents the most famous example of the Bronze Age defensive complexes characteristic of the island known as nuraghi. Built in the second millennium BC and occupied until the third century AD, the Barumini nuraghe consists of the characteristic massive central truncated cone tower, originally more than 18 meters high, made with very large stones arranged dry in overlapping concentric circles that tighten towards the top. The building was intended for a single family but subsequently, following the political and social evolution of the island, the tower was incorporated into a structure consisting of four towers joined by a stone wall and with the courtyard covered by a roof. Over time, a second set of walls was built and the nuraghe became a fortified village, a small urban settlement inhabited by the families of soldiers and artisans.
The Nuragic civilization played an important role in the diffusion of the Mycenaean culture and, later, of the Phoenician one, even if some of its peculiarities, perhaps because they are foreign to classical Greek culture, remain shrouded in mystery.
For further information, it is advisable to visit the official site of the UNESCO World Heritage Center responsible for the registration of World Heritage sites.
For historical and artistic insights, in particular for teachers and students, it is advisable to visit the site of the "World Heritage in School" project, an initiative supported by the UNESCO World Heritage Italian Heritage Association in collaboration with MIBACT and MIUR. to promote the dissemination of the cardinal principles of Unesco in schools, especially through the didactic portal.
La civiltà nuragica svolse un ruolo importante nella diffusione della cultura micenea e, in seguito, di quella fenicia anche se alcune sue peculiarità, forse perché estranee alla cultura greca classica, rimangono avvolte dal mistero.
Per approfondimenti si consiglia di visitare il sito ufficiale del Centro del Patrimonio Mondiale UNESCO responsabile dell'iscrizione dei siti del Patrimonio Mondiale.
Per approfondimenti di carattere storico ed artistico, in particolare per docenti e studenti, si consiglia di visitare il sito del progetto "Patrimonio mondiale nella scuola", un'iniziativa sostenuta dall'Associazione beni italiani patrimonio mondiale dell'UNESCO in collaborazione con MIBACT e MIUR per promuovere la divulgazione dei princìpi cardine dell'Unesco nelle scuole, soprattutto attraverso il portale di carattere didattico.
Sulla piattaforma Archeo 3D Italia |è presente un approfondimento sul sito archeologico di Su Nuraxi.
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The archaeological site Su Nuraxi di Barumini, located in central Sardinia, on a hill overlooking a vast and fertile plain, represents the most famous example of the Bronze Age defensive complexes characteristic of the island known as nuraghi. Built in the second millennium BC and occupied until the third century AD, the Barumini nuraghe consists of the characteristic massive central truncated cone tower, originally more than 18 meters high, made with very large stones arranged dry in overlapping concentric circles that tighten towards the top. The building was intended for a single family but subsequently, following the political and social evolution of the island, the tower was incorporated into a structure consisting of four towers joined by a stone wall and with the courtyard covered by a roof. Over time, a second set of walls was built and the nuraghe became a fortified village, a small urban settlement inhabited by the families of soldiers and artisans.
The Nuragic civilization played an important role in the diffusion of the Mycenaean culture and, later, of the Phoenician one, even if some of its peculiarities, perhaps because they are foreign to classical Greek culture, remain shrouded in mystery.
For further information, it is advisable to visit the official site of the UNESCO World Heritage Center responsible for the registration of World Heritage sites.
For historical and artistic insights, in particular for teachers and students, it is advisable to visit the site of the "World Heritage in the School" project, an initiative supported by the UNESCO World Heritage Italian Heritage Association in collaboration with MIBACT and MIUR. to promote the dissemination of the cardinal principles of Unesco in schools, especially through the didactic portal.
On the Archeo 3D Italia platform | there is an in-depth study on the archaeological site of Su Nuraxi.
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The archaeological site Su Nuraxi di Barumini, located in central Sardinia, on a hill overlooking a vast and fertile plain, represents the most famous example of the Bronze Age defensive complexes characteristic of the island known as nuraghi. Built in the second millennium BC and occupied until the third century AD, the Barumini nuraghe consists of the characteristic massive central truncated cone tower, originally more than 18 meters high, made with very large stones arranged dry in overlapping concentric circles that tighten towards the top. The building was intended for a single family but subsequently, following the political and social evolution of the island, the tower was incorporated into a structure consisting of four towers joined by a stone wall and with the courtyard covered by a roof. Over time, a second set of walls was built and the nuraghe became a fortified village, a small urban settlement inhabited by the families of soldiers and artisans.
The Nuragic civilization played an important role in the diffusion of the Mycenaean culture and, later, of the Phoenician one, even if some of its peculiarities, perhaps because they are foreign to classical Greek culture, remain shrouded in mystery.
For further information, it is advisable to visit the official site of the UNESCO World Heritage Center responsible for the registration of World Heritage sites.
For historical and artistic insights, in particular for teachers and students, it is advisable to visit the site of the "World Heritage in School" project, an initiative supported by the UNESCO World Heritage Italian Heritage Association in collaboration with MIBACT and MIUR. to promote the dissemination of the cardinal principles of Unesco in schools, especially through the didactic portal.

POETTO
Immensa e bellissima spiaggia cittadina, otto chilometri di litorale tra Cagliari e Quartu Sant’Elena: sabbia soffice, mare azzurro, relax, divertimento e sport
Sino a inizio XX secolo i cagliaritani gli preferivano la parte occidentale del golfo degli Angeli, poi a poco a poco ne apprezzarono le dune bianche, sorsero i primi stabilimenti, i chioschi e una colonia estiva, infine i celebri variopinti casotti (rimossi del tutto nel 1986). Col tempo l’hanno popolata sempre più, sino a farle assumere il nome di ‘spiaggia dei centomila’. Oggi il Poetto è l’indiscusso ‘mare’ dell’hinterland cagliaritano, una delle spiagge cittadine maggiori d’Europa, nonché più belle e frequentate dell’Isola, meta preferita dei visitatori del capoluogo, in estate e in qualsiasi giornata di sole nel resto dell’anno: tappa obbligatoria anche soltanto per un caffè o un aperitivo accompagnato dalla brezza marina.
A pochissimi chilometri dal centro e dal porto di Cagliari, la spiaggia si estende dall’appartato e rilassante Margine Rosso, nel litorale di Quartu Sant’Elena, sino alla Sella del Diavolo, che ne accresce il fascino dominando dall’alto Marina Piccola: immancabile la passeggiata nel porticciolo. Dalla torre spagnola in cima, detta ‘del poeta’, deriva forse il nome del litorale, anche se l’ipotesi più verosimile è la derivazione dallo spagnolo puerto (porto). Potrai salire sino alla torre seicentesca percorrendo il promontorio da Calamosca, con un percorso di un’ora, bellissimo di notte. Sulla costa opposta della ‘Sella’ si nascondono le deliziose e riparate spiaggette di Calamosca e di Cala Fighera.
L’arenile del Poetto è ampio in tutta la sua estensione, l’acqua è limpida e il fondale sabbioso e basso per decine di metri, ideale per il gioco dei bambini. La riva è un’irresistibile attrazione per lunghe passeggiate. Alle spalle passeggerai a piedi, coi pattini o in bici in un modernissimo lungomare – perfetto per jogging, biking, rollerblade e skateboard -, mentre i caratteristici chioschetti a ridosso della sabbia offrono ristoro e animazione. Sono a disposizione bagni e docce e non mancano spazi riservati ai cani. Il collegamento con la città è agevole e i servizi efficienti: dagli stabilimenti balneari al diving center, dalle scuole di vela all’affitto di natanti, dai campi da beach tennis e volley alle escursioni in canoa, dai fast food ai ristoranti, dalle attività commerciali al luna park aperto tutto l’anno. Il lido è un eccellente beach break per surf da onda e kite surf, di cui ospita eventi di livello mondiale, nonché teatro di vita notturna, uno dei principali luoghi della movida estiva dell’area vasta: musica dal vivo e lezioni di ballo, locali e discoteche.
L’estensione della spiaggia è equamente divisa tra i quasi quattro chilometri di litorale di Quartu e i quattro della parte cagliaritana, suddivisa in ‘fermate’, che derivano dalle soste del tram, sostituito in tempi più recenti dagli autobus. La ‘prima fermata’ ha fondale bassissimo, ‘seconda’ e ‘terza’ sono sede degli stabilimenti storici del D’Aquila e del Lido, la ‘quarta’ ospita quelli delle forze dell’ordine, dalla ‘quinta’, dove sorge la torre spagnola, sino al capolinea c’è una distesa di sabbia ‘libera’. Il confine col litorale di Quartu è ‘La Bussola’, nome di un locale non più attivo. Da qui la spiaggia libera si alterna ad accoglienti e attrezzati stabilimenti.
Dalla spiaggia giungerai rapidamente alle ‘vie del sale’ allungando (di poco) la passeggiata sino al parco di Molentargius-Saline, che ha un ingresso sul lungomare. Avrai l’imbarazzo della scelta per l’escursione nell’area protetta - tour guidati e liberi in bici e a piedi, itinerari in battello lungo i canali delle ex saline, bus elettrici – e farai un’esperienza unica tra conoscenza storica e scientifica attraverso uno dei siti naturalistici più belli e importanti dell’Isola, un’oasi a pochi passi dalla città, dimora preferita dei fenicotteri rosa, che qui sostano e nidificano. Poetto e Molentargius sono strettamente legati anche dalla millenaria attività saliniera, iniziata in epoca romana e interrottasi nel 1985.
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Immense and beautiful city beach, eight kilometers of coastline between Cagliari and Quartu Sant’Elena: soft sand, blue sea, relaxation, fun and sport
Until the early twentieth century the Cagliari people preferred the western part of the Gulf of Angels to him, then little by little they appreciated the white dunes, the first factories, kiosks and a summer colony were built, finally the famous multicolored huts (completely removed in the 1986). Over time they have populated it more and more, until it took on the name of 'beach of the hundred thousand'. Today the Poetto is the undisputed 'sea' of the Cagliari hinterland, one of the largest city beaches in Europe, as well as the most beautiful and popular on the island, a favorite destination for visitors to the capital, in summer and on any sunny day in the rest. of the year: an obligatory stop even just for a coffee or an aperitif accompanied by the sea breeze.
A few kilometers from the center and the port of Cagliari, the beach extends from the secluded and relaxing Margine Rosso, on the coast of Quartu Sant'Elena, to the Sella del Diavolo, which increases its charm by dominating Marina Piccola from above: a must the walk in the marina. Perhaps the name of the coast derives from the Spanish tower at the top, called 'del poeta', although the most likely hypothesis is the derivation from the Spanish puerto (port). You can climb up to the seventeenth-century tower along the promontory from Calamosca, with a one-hour journey, beautiful at night. On the opposite coast of the 'Sella', the delightful and sheltered beaches of Calamosca and Cala Fighera are hidden.
The Poetto beach is wide in all its extension, the water is clear and the bottom is sandy and shallow for tens of meters, ideal for children to play. The shore is an irresistible attraction for long walks.
Sino a inizio XX secolo i cagliaritani gli preferivano la parte occidentale del golfo degli Angeli, poi a poco a poco ne apprezzarono le dune bianche, sorsero i primi stabilimenti, i chioschi e una colonia estiva, infine i celebri variopinti casotti (rimossi del tutto nel 1986). Col tempo l’hanno popolata sempre più, sino a farle assumere il nome di ‘spiaggia dei centomila’. Oggi il Poetto è l’indiscusso ‘mare’ dell’hinterland cagliaritano, una delle spiagge cittadine maggiori d’Europa, nonché più belle e frequentate dell’Isola, meta preferita dei visitatori del capoluogo, in estate e in qualsiasi giornata di sole nel resto dell’anno: tappa obbligatoria anche soltanto per un caffè o un aperitivo accompagnato dalla brezza marina.
A pochissimi chilometri dal centro e dal porto di Cagliari, la spiaggia si estende dall’appartato e rilassante Margine Rosso, nel litorale di Quartu Sant’Elena, sino alla Sella del Diavolo, che ne accresce il fascino dominando dall’alto Marina Piccola: immancabile la passeggiata nel porticciolo. Dalla torre spagnola in cima, detta ‘del poeta’, deriva forse il nome del litorale, anche se l’ipotesi più verosimile è la derivazione dallo spagnolo puerto (porto). Potrai salire sino alla torre seicentesca percorrendo il promontorio da Calamosca, con un percorso di un’ora, bellissimo di notte. Sulla costa opposta della ‘Sella’ si nascondono le deliziose e riparate spiaggette di Calamosca e di Cala Fighera.
L’arenile del Poetto è ampio in tutta la sua estensione, l’acqua è limpida e il fondale sabbioso e basso per decine di metri, ideale per il gioco dei bambini. La riva è un’irresistibile attrazione per lunghe passeggiate. Alle spalle passeggerai a piedi, coi pattini o in bici in un modernissimo lungomare – perfetto per jogging, biking, rollerblade e skateboard -, mentre i caratteristici chioschetti a ridosso della sabbia offrono ristoro e animazione. Sono a disposizione bagni e docce e non mancano spazi riservati ai cani. Il collegamento con la città è agevole e i servizi efficienti: dagli stabilimenti balneari al diving center, dalle scuole di vela all’affitto di natanti, dai campi da beach tennis e volley alle escursioni in canoa, dai fast food ai ristoranti, dalle attività commerciali al luna park aperto tutto l’anno. Il lido è un eccellente beach break per surf da onda e kite surf, di cui ospita eventi di livello mondiale, nonché teatro di vita notturna, uno dei principali luoghi della movida estiva dell’area vasta: musica dal vivo e lezioni di ballo, locali e discoteche.
L’estensione della spiaggia è equamente divisa tra i quasi quattro chilometri di litorale di Quartu e i quattro della parte cagliaritana, suddivisa in ‘fermate’, che derivano dalle soste del tram, sostituito in tempi più recenti dagli autobus. La ‘prima fermata’ ha fondale bassissimo, ‘seconda’ e ‘terza’ sono sede degli stabilimenti storici del D’Aquila e del Lido, la ‘quarta’ ospita quelli delle forze dell’ordine, dalla ‘quinta’, dove sorge la torre spagnola, sino al capolinea c’è una distesa di sabbia ‘libera’. Il confine col litorale di Quartu è ‘La Bussola’, nome di un locale non più attivo. Da qui la spiaggia libera si alterna ad accoglienti e attrezzati stabilimenti.
Dalla spiaggia giungerai rapidamente alle ‘vie del sale’ allungando (di poco) la passeggiata sino al parco di Molentargius-Saline, che ha un ingresso sul lungomare. Avrai l’imbarazzo della scelta per l’escursione nell’area protetta - tour guidati e liberi in bici e a piedi, itinerari in battello lungo i canali delle ex saline, bus elettrici – e farai un’esperienza unica tra conoscenza storica e scientifica attraverso uno dei siti naturalistici più belli e importanti dell’Isola, un’oasi a pochi passi dalla città, dimora preferita dei fenicotteri rosa, che qui sostano e nidificano. Poetto e Molentargius sono strettamente legati anche dalla millenaria attività saliniera, iniziata in epoca romana e interrottasi nel 1985.
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Immense and beautiful city beach, eight kilometers of coastline between Cagliari and Quartu Sant’Elena: soft sand, blue sea, relaxation, fun and sport
Until the early twentieth century the Cagliari people preferred the western part of the Gulf of Angels to him, then little by little they appreciated the white dunes, the first factories, kiosks and a summer colony were built, finally the famous multicolored huts (completely removed in the 1986). Over time they have populated it more and more, until it took on the name of 'beach of the hundred thousand'. Today the Poetto is the undisputed 'sea' of the Cagliari hinterland, one of the largest city beaches in Europe, as well as the most beautiful and popular on the island, a favorite destination for visitors to the capital, in summer and on any sunny day in the rest. of the year: an obligatory stop even just for a coffee or an aperitif accompanied by the sea breeze.
A few kilometers from the center and the port of Cagliari, the beach extends from the secluded and relaxing Margine Rosso, on the coast of Quartu Sant'Elena, to the Sella del Diavolo, which increases its charm by dominating Marina Piccola from above: a must the walk in the marina. Perhaps the name of the coast derives from the Spanish tower at the top, called 'del poeta', although the most likely hypothesis is the derivation from the Spanish puerto (port). You can climb up to the seventeenth-century tower along the promontory from Calamosca, with a one-hour journey, beautiful at night. On the opposite coast of the 'Sella', the delightful and sheltered beaches of Calamosca and Cala Fighera are hidden.
The Poetto beach is wide in all its extension, the water is clear and the bottom is sandy and shallow for tens of meters, ideal for children to play. The shore is an irresistible attraction for long walks.

CASTELLO
Castello (Casteddu de Susu in sardo, in italiano Castello Superiore) è il principale dei quattro quartieri storici della città di Cagliari. Sorge in posizione predominante, su un colle calcareo, a circa cento metri sul livello del mare.
Il quartiere fu fondato nel XIII secolo dai Pisani, che lo fortificarono, dotandolo di mura, torri e bastioni e vi trasferirono le sedi del potere civile, militare e religioso dalla capitale giudicale di Santa Igia, che avevano essi stessi precedentemente distrutto, decretando la fine del giudicato di Càlari.
Da allora, sotto ogni dominazione, da quella Pisana (XIII - XIV secolo), a quella Aragonese-Spagnola (XIV - XVIII secolo) e Piemontese (XVIII - XIX secolo), fino al secondo dopoguerra, il quartiere Castello ha ospitato i palazzi del potere e le residenze nobiliari, tanto da identificarsi con la città stessa, che, infatti, in sardo si chiama Casteddu. Al quartiere ancora oggi si accede attraverso le antiche porte medievali, aperte nelle mura che ancora cingono gran parte del perimetro del Castello, isolandolo dal resto della città.
Le mura che percorrono tutto il perimetro dell’antico quartiere di Castello comprendono la torre dell’Elefante e quella di san Pancrazio.
Il Castello ospita attualmente importanti istituzioni, quali la Prefettura e l'aula Consiliare della Città Metropolitana di Cagliari nei locali del palazzo Reale, ubicato nella Piazza Palazzo.
La Parrocchia del Castello è dedicata a Santa Cecilia e ha la sua sede nella Chiesa Cattedrale, la chiesa principale dell'Arcidiocesi di Cagliari, anch'essa nella Piazza Palazzo.
Anche l'Università degli Studi di Cagliari ha in Castello la sua sede principale, nel palazzo settecentesco che ospita gli uffici del Rettorato.
Il quartiere Castello offre svariati motivi per una visita, sia per le numerose testimonianze storiche e artistiche che vi si trovano, sia per i luoghi forse più suggestivi, che si trovano percorrendo le strette vie, le scalette, le piazzette che si aprono, come terrazze, su bellissimi panorami e si affacciano negli scuri androni dei palazzi, un tempo sontuose residenze nobiliari e oggi spesso da fascino decadente.
Visitando le chiese che dall'esterno neppure si notano, si noteranno al loro interno interessanti opere d'arte.
Il quartiere Castello è composto di architettura civile e militare: fortificazioni come le torri, la Torre dell'Elefante con la porta di accesso al quartiere da Stampace; la Torre di San Pancrazio; la Torre dell'Aquila, sempre degli inizi del XIV secolo, inglobata oggi nel Palazzo Boyl, costituisce ancora oggi un accesso a Castello da Sud, dal quartiere Marina, tramite il Portico delle Grazie.
Inoltre vi sono il Bastione di Saint Remy, che, tramite la sua scalinata monumentale, collega direttamente Castello e Villanova e incorpora gli antichi bastioni della zecca e di Santa Caterina; L’ex Caserma San Carlo, area nota come "Ghetto degli ebrei"; il Carcere di Buoncammino, casa circondariale della città per tutto il Novecento, fino alla chiusura del 2014; i Palazzi storici delle principali autorità e delle famiglie nobili sarde, tra cui: il Palazzo Regio; l’ex Palazzo di Città; Il Palazzo Arcivescovile; il Palazzo delle Seziate, il Palazzo dell'Università; il Conservatorio delle Figlie della Provvidenza, anticamente collegio per nobili e nel XIX secolo sede di un'istituzione caritatevole per orfane, la sua ampia facciata neoclassica domina il lato est di piazza Indipendenza, abbandonato dalla fine del XX secolo; il Palazzo Boyl.
Numerosi anche gli elementi che compongono l’architettura religiosa: Piazza Palazzo, vista sulla Cattedrale, con la facciata neoromanica e l'imponente campanile duecentesco. Nel quartiere si contano attualmente sette chiese: la chiesa cattedrale; quattro chiese di Castello, edificate nel XVI secolo, che testimoniano lo stile gotico aragonese: la chiesa della Purissima; la chiesa di Santa Lucia; la chiesa della Madonna della Speranza, cappella gentilizia dei marchesi Aymerich di Laconi; la chiesa di Santa Maria del Monte, in passato oratorio della più antica confraternita di Cagliari, sciolta nel XIX secolo, oggi sede del Sovrano militare ordine di Malta.
In stile barocco, invece, abbiamo: la basilica di Santa Croce, dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro e la chiesa di San Giuseppe Calasanzio, anticamente chiesa degli scolopi.
Si conserva ancora qualche resto della chiesa del monastero di Santa Caterina, distrutto alla fine del XIX secolo per fare posto all'attuale omonima scuola elementare. Sotto l'edificio scolastico si dovrebbe ancora trovare la cripta del monastero, dove le monache usavano seppellire le consorelle defunte. Poco lontano, sotto la pavimentazione della terrazza del bastione di Santa Caterina, in seguito a recenti scavi per lavori di manutenzione, sono stati ritrovati degli ambienti, probabilmente riferibili a un edificio chiesastico risalente al XIII secolo.
Infine, ricordiamo i due vasti complessi del Collegio Gesuitico, presso la basilica di Santa Croce, edificio settecentesco in parte utilizzato oggi dalla Facoltà di architettura dell'Università di Cagliari e del collegio degli Scolopi, edificio ottocentesco oggi sede del Liceo artistico statale.
La maggior parte dei musei di Castello e di Cagliari in generale, sono attualmente ospitati nei locali del moderno polo museale noto come Cittadella dei musei; in questo complesso di edifici, costruito negli anni settanta del XX secolo sull'area che ospitò il Regio Arsenale, si trovano:
• Il Museo Archeologico.
• La Pinacoteca Nazionale.
• Il Museo delle cere anatomiche Clemente Susini.
• Il Museo "Cardu" di Arte Siamese.
Inoltre, in essa vengono organizzati interessanti mostre temporanee e altri eventi culturali.
In più, nei locali ristrutturati di via Fossario, nei pressi della Cattedrale, si trova il Museo del Duomo, che ospita il Tesoro della Cattedrale, mentre nel Palazzo dell'Università è custodita la Collezione sarda Luigi Piloni.
Incantevoli e affascinanti da non perdere ci sono numerose strade e piazze, sia per il valore storico-artistico, sia perché facenti parte delle famose vie dello shopping.
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Castello (Casteddu de Susu in Sardinian, Castello Superiore in Italian) is the main of the four historic districts of the city of Cagliari. It rises in a predominant position, on a limestone hill, about one hundred meters above sea level.
The district was founded in the thirteenth century by the Pisans, who fortified it, equipping it with walls, towers and bastions and transferred the seats of civil, military and religious power from the Judicial capital of Santa Igia, which they had previously destroyed themselves, decreeing the end of the Giudicato of Càlari.
Since then, under every domination, from the Pisan one (XIII - XIV century), to the Aragonese-Spanish (XIV - XVIII century) and Piedmontese (XVIII - XIX century), up to the second postwar period, the Castello district hosted the palaces of the power and noble residences, so much so as to identify with the city itself, which, in fact, is called Casteddu in Sardinian. The district is still accessed today through the ancient medieval gates, open in the walls that still surround much of the perimeter of the Castle, isolating it from the rest of the city.
The walls that run around the entire perimeter of the ancient Castello district include the Elephant tower and that of San Pancrazio.
The Castle currently houses important institutions, such as the Prefecture and the Council Chamber of the Metropolitan City of Cagliari in the premises of the Royal Palace, located in Piazza Palazzo.
The Parish of the Castle is dedicated to Santa Cecilia and has its seat in the Cathedral Church, the main church of the Archdiocese of Cagliari, also in Piazza Palazzo.
The University of Cagliari also has its headquarters in the Castle, in the eighteenth-century building that houses the offices of the Rectorate.
The Castello district offers various reasons for a visit, both for the numerous historical and artistic testimonies that are found there, and for the perhaps most suggestive places, which are found along the narrow streets, the stairs, the squares that open up, like terraces , on beautiful panoramas and overlooking the dark hallways of the buildings, once sumptuous noble residences and today often with decadent charm.
Visiting the churches that are not even noticeable from the outside, you will notice interesting works of art inside.
Il quartiere fu fondato nel XIII secolo dai Pisani, che lo fortificarono, dotandolo di mura, torri e bastioni e vi trasferirono le sedi del potere civile, militare e religioso dalla capitale giudicale di Santa Igia, che avevano essi stessi precedentemente distrutto, decretando la fine del giudicato di Càlari.
Da allora, sotto ogni dominazione, da quella Pisana (XIII - XIV secolo), a quella Aragonese-Spagnola (XIV - XVIII secolo) e Piemontese (XVIII - XIX secolo), fino al secondo dopoguerra, il quartiere Castello ha ospitato i palazzi del potere e le residenze nobiliari, tanto da identificarsi con la città stessa, che, infatti, in sardo si chiama Casteddu. Al quartiere ancora oggi si accede attraverso le antiche porte medievali, aperte nelle mura che ancora cingono gran parte del perimetro del Castello, isolandolo dal resto della città.
Le mura che percorrono tutto il perimetro dell’antico quartiere di Castello comprendono la torre dell’Elefante e quella di san Pancrazio.
Il Castello ospita attualmente importanti istituzioni, quali la Prefettura e l'aula Consiliare della Città Metropolitana di Cagliari nei locali del palazzo Reale, ubicato nella Piazza Palazzo.
La Parrocchia del Castello è dedicata a Santa Cecilia e ha la sua sede nella Chiesa Cattedrale, la chiesa principale dell'Arcidiocesi di Cagliari, anch'essa nella Piazza Palazzo.
Anche l'Università degli Studi di Cagliari ha in Castello la sua sede principale, nel palazzo settecentesco che ospita gli uffici del Rettorato.
Il quartiere Castello offre svariati motivi per una visita, sia per le numerose testimonianze storiche e artistiche che vi si trovano, sia per i luoghi forse più suggestivi, che si trovano percorrendo le strette vie, le scalette, le piazzette che si aprono, come terrazze, su bellissimi panorami e si affacciano negli scuri androni dei palazzi, un tempo sontuose residenze nobiliari e oggi spesso da fascino decadente.
Visitando le chiese che dall'esterno neppure si notano, si noteranno al loro interno interessanti opere d'arte.
Il quartiere Castello è composto di architettura civile e militare: fortificazioni come le torri, la Torre dell'Elefante con la porta di accesso al quartiere da Stampace; la Torre di San Pancrazio; la Torre dell'Aquila, sempre degli inizi del XIV secolo, inglobata oggi nel Palazzo Boyl, costituisce ancora oggi un accesso a Castello da Sud, dal quartiere Marina, tramite il Portico delle Grazie.
Inoltre vi sono il Bastione di Saint Remy, che, tramite la sua scalinata monumentale, collega direttamente Castello e Villanova e incorpora gli antichi bastioni della zecca e di Santa Caterina; L’ex Caserma San Carlo, area nota come "Ghetto degli ebrei"; il Carcere di Buoncammino, casa circondariale della città per tutto il Novecento, fino alla chiusura del 2014; i Palazzi storici delle principali autorità e delle famiglie nobili sarde, tra cui: il Palazzo Regio; l’ex Palazzo di Città; Il Palazzo Arcivescovile; il Palazzo delle Seziate, il Palazzo dell'Università; il Conservatorio delle Figlie della Provvidenza, anticamente collegio per nobili e nel XIX secolo sede di un'istituzione caritatevole per orfane, la sua ampia facciata neoclassica domina il lato est di piazza Indipendenza, abbandonato dalla fine del XX secolo; il Palazzo Boyl.
Numerosi anche gli elementi che compongono l’architettura religiosa: Piazza Palazzo, vista sulla Cattedrale, con la facciata neoromanica e l'imponente campanile duecentesco. Nel quartiere si contano attualmente sette chiese: la chiesa cattedrale; quattro chiese di Castello, edificate nel XVI secolo, che testimoniano lo stile gotico aragonese: la chiesa della Purissima; la chiesa di Santa Lucia; la chiesa della Madonna della Speranza, cappella gentilizia dei marchesi Aymerich di Laconi; la chiesa di Santa Maria del Monte, in passato oratorio della più antica confraternita di Cagliari, sciolta nel XIX secolo, oggi sede del Sovrano militare ordine di Malta.
In stile barocco, invece, abbiamo: la basilica di Santa Croce, dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro e la chiesa di San Giuseppe Calasanzio, anticamente chiesa degli scolopi.
Si conserva ancora qualche resto della chiesa del monastero di Santa Caterina, distrutto alla fine del XIX secolo per fare posto all'attuale omonima scuola elementare. Sotto l'edificio scolastico si dovrebbe ancora trovare la cripta del monastero, dove le monache usavano seppellire le consorelle defunte. Poco lontano, sotto la pavimentazione della terrazza del bastione di Santa Caterina, in seguito a recenti scavi per lavori di manutenzione, sono stati ritrovati degli ambienti, probabilmente riferibili a un edificio chiesastico risalente al XIII secolo.
Infine, ricordiamo i due vasti complessi del Collegio Gesuitico, presso la basilica di Santa Croce, edificio settecentesco in parte utilizzato oggi dalla Facoltà di architettura dell'Università di Cagliari e del collegio degli Scolopi, edificio ottocentesco oggi sede del Liceo artistico statale.
La maggior parte dei musei di Castello e di Cagliari in generale, sono attualmente ospitati nei locali del moderno polo museale noto come Cittadella dei musei; in questo complesso di edifici, costruito negli anni settanta del XX secolo sull'area che ospitò il Regio Arsenale, si trovano:
• Il Museo Archeologico.
• La Pinacoteca Nazionale.
• Il Museo delle cere anatomiche Clemente Susini.
• Il Museo "Cardu" di Arte Siamese.
Inoltre, in essa vengono organizzati interessanti mostre temporanee e altri eventi culturali.
In più, nei locali ristrutturati di via Fossario, nei pressi della Cattedrale, si trova il Museo del Duomo, che ospita il Tesoro della Cattedrale, mentre nel Palazzo dell'Università è custodita la Collezione sarda Luigi Piloni.
Incantevoli e affascinanti da non perdere ci sono numerose strade e piazze, sia per il valore storico-artistico, sia perché facenti parte delle famose vie dello shopping.
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Castello (Casteddu de Susu in Sardinian, Castello Superiore in Italian) is the main of the four historic districts of the city of Cagliari. It rises in a predominant position, on a limestone hill, about one hundred meters above sea level.
The district was founded in the thirteenth century by the Pisans, who fortified it, equipping it with walls, towers and bastions and transferred the seats of civil, military and religious power from the Judicial capital of Santa Igia, which they had previously destroyed themselves, decreeing the end of the Giudicato of Càlari.
Since then, under every domination, from the Pisan one (XIII - XIV century), to the Aragonese-Spanish (XIV - XVIII century) and Piedmontese (XVIII - XIX century), up to the second postwar period, the Castello district hosted the palaces of the power and noble residences, so much so as to identify with the city itself, which, in fact, is called Casteddu in Sardinian. The district is still accessed today through the ancient medieval gates, open in the walls that still surround much of the perimeter of the Castle, isolating it from the rest of the city.
The walls that run around the entire perimeter of the ancient Castello district include the Elephant tower and that of San Pancrazio.
The Castle currently houses important institutions, such as the Prefecture and the Council Chamber of the Metropolitan City of Cagliari in the premises of the Royal Palace, located in Piazza Palazzo.
The Parish of the Castle is dedicated to Santa Cecilia and has its seat in the Cathedral Church, the main church of the Archdiocese of Cagliari, also in Piazza Palazzo.
The University of Cagliari also has its headquarters in the Castle, in the eighteenth-century building that houses the offices of the Rectorate.
The Castello district offers various reasons for a visit, both for the numerous historical and artistic testimonies that are found there, and for the perhaps most suggestive places, which are found along the narrow streets, the stairs, the squares that open up, like terraces , on beautiful panoramas and overlooking the dark hallways of the buildings, once sumptuous noble residences and today often with decadent charm.
Visiting the churches that are not even noticeable from the outside, you will notice interesting works of art inside.

ORTO BOTANICO
Il giardino botanico ha un'estensione di 5 ettari ed è diretto dall'Università di Cagliari. Attualmente contiene circa 2000 specie vegetali, prevalentemente originarie dal Mediterraneo, ma con una buona presenza di piante succulente e tropicali.
L'Orto Botanico è stato inaugurato nel 1866 sotto la direzione del Prof. Patrizio Gennari.
Al giorno d'oggi, contiene circa 2000 specie vegetali, prevalentemente originarie dal Mediterraneo, ma con una buona presenza di piante grasse e tropicali. Il giardino è suddiviso in tre sezioni principali:
- piante del Mediterraneo, che rappresentano le tre fasce della vegetazione della Sardegna così come le specie provenienti dall' Australia, California e Cile;
- piante grasse, circa 1000 unità di piante quali l'Echinocereus, Euphorbia, Lamphrantus, Mammillaria, Opuntia, etc, coltivate in serra e all'aperto, pressochè equamente suddivise tra specie di origini africane e americane;
- piante tropicali.
In tutto, il giardino contiene circa 600 alberi e 550 arbusti. Di pregio speciale, l'area dedicata alla collezione palmizia (estesa per 4000 mq) con circa 60 esemplari di Euphorbia canariensis, dell'estensione di 100 mq.
L'area del giardino riveste inoltre una notevole importanza di carattere archeologico anche per la presenza di cisterne e pozzi di età romana.
----------------------------The botanical garden has an extension of 5 hectares and is managed by the University of Cagliari. It currently contains about 2000 plant species, mainly originating from the Mediterranean, but with a good presence of succulent and tropical plants.
The Botanical Garden was inaugurated in 1866 under the direction of Prof. Patrizio Gennari.
Nowadays, it contains about 2000 plant species, mainly originating from the Mediterranean, but with a good presence of succulent and tropical plants. The garden is divided into three main sections:
- Mediterranean plants, which represent the three vegetation belts of Sardinia as well as species from Australia, California and Chile;
- succulents, about 1000 units of plants such as Echinocereus, Euphorbia, Lamphrantus, Mammillaria, Opuntia, etc, grown in greenhouses and outdoors, almost equally divided between species of African and American origins;
- tropical plants.
In all, the garden contains around 600 trees and 550 shrubs. Of special value, the area dedicated to the palm tree collection (extended for 4000 square meters) with about 60 specimens of Euphorbia canariensis, of the extension of 100 square meters.
The garden area is also of considerable archaeological importance due to the presence of cisterns and wells from the Roman age.
L'Orto Botanico è stato inaugurato nel 1866 sotto la direzione del Prof. Patrizio Gennari.
Al giorno d'oggi, contiene circa 2000 specie vegetali, prevalentemente originarie dal Mediterraneo, ma con una buona presenza di piante grasse e tropicali. Il giardino è suddiviso in tre sezioni principali:
- piante del Mediterraneo, che rappresentano le tre fasce della vegetazione della Sardegna così come le specie provenienti dall' Australia, California e Cile;
- piante grasse, circa 1000 unità di piante quali l'Echinocereus, Euphorbia, Lamphrantus, Mammillaria, Opuntia, etc, coltivate in serra e all'aperto, pressochè equamente suddivise tra specie di origini africane e americane;
- piante tropicali.
In tutto, il giardino contiene circa 600 alberi e 550 arbusti. Di pregio speciale, l'area dedicata alla collezione palmizia (estesa per 4000 mq) con circa 60 esemplari di Euphorbia canariensis, dell'estensione di 100 mq.
L'area del giardino riveste inoltre una notevole importanza di carattere archeologico anche per la presenza di cisterne e pozzi di età romana.
----------------------------The botanical garden has an extension of 5 hectares and is managed by the University of Cagliari. It currently contains about 2000 plant species, mainly originating from the Mediterranean, but with a good presence of succulent and tropical plants.
The Botanical Garden was inaugurated in 1866 under the direction of Prof. Patrizio Gennari.
Nowadays, it contains about 2000 plant species, mainly originating from the Mediterranean, but with a good presence of succulent and tropical plants. The garden is divided into three main sections:
- Mediterranean plants, which represent the three vegetation belts of Sardinia as well as species from Australia, California and Chile;
- succulents, about 1000 units of plants such as Echinocereus, Euphorbia, Lamphrantus, Mammillaria, Opuntia, etc, grown in greenhouses and outdoors, almost equally divided between species of African and American origins;
- tropical plants.
In all, the garden contains around 600 trees and 550 shrubs. Of special value, the area dedicated to the palm tree collection (extended for 4000 square meters) with about 60 specimens of Euphorbia canariensis, of the extension of 100 square meters.
The garden area is also of considerable archaeological importance due to the presence of cisterns and wells from the Roman age.
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